Anche stavolta non ho internet in camera, quindi leggete il post completo sebbene sia stato fatto giorno per giorno. Questo weekend, da venerdì a domenica, era finalizzato a correre la Ischgl Iron Bike (percorso medio) in Austria. Leggendo queste righe capirete che in alcune occasioni mi sono dimostrato davvero tonto... in altre la conoscenza della lingua tedesca mi avrebbe davvero aiutato! Ho sempre usato l’inglese, ma in molti non lo sapevano parlare... Cominciamo quindi dall’inizio.
Giorno #1 – La temperatura precipita
Venerdì 3 Agosto, domattina avrò la gara. Purtroppo ho avuto la conferma della partenza solo all’ultimo momento, quindi alcune cose le ho dovute fare un po’ di corsa... Mi sveglio alle 7.45, poichè ho visto le previsioni del tempo ed a Ischgl, così come in tutta l’Austria, c’è brutto tempo e pioggia quindi è a rischio l’uscita in bici. Decido perciò di farla “casalinga”. Alle 8.30 mi metto in bici, ma appena prima di montarci sopra (avevo deciso di fare un’oretta di mtb) mi viene una geniale idea... ossia provare i nuovi tubolari che ho messo sulla bici da corsa proprio ieri sera. Ma devo provare anche i nuovi fili/guaine della mountain bike!!! Soluzione: uso entrambe. Salgo quindi sulla bici da corsa, e mi dirigo verso Veniano, Guanzate, Cadorago... in totale mezz’ora. Torno a casa, cambio le scarpe e cambio bici... salgo sulla mtb. Scendo nella Valle del Lura, faccio uno strappetto per provare il cambio e allungo un po’ il giro: altra mezz’ora. Rientro a casa, doccetta, preparo i bagagli e alle 11.00 già pranzo con una pizza al prosciutto. Carico la macchina (da notare che mi porto dietro anche il vocabolario tedesco/italiano) e alle 11.30 parto per l’Austria. Viamichelin suggerisce circa 4 ore di viaggio, io mi tengo abbondante e prevedo di arrivare alle 16.00-16.30. Dopo dieci minuti che sono in viaggio, vedo un pannello dell’autostrada... “2 km di coda in dogana in aumento”. Passa forse un km, e comincia la coda. Alla faccia dei 2 km!!! Saranno stati 7-8. Finalmente passata la dogana la strada è libera, e via... Sul San Bernardino altro rallentamento: stanno lavorando e tocca uscire dall’autostrada per percorrere qualche km del passo. Tunnel... e proseguo verso Coira. Qui comincia a gocciolare, sebbene sia partito di casa col bel tempo. La pioggia si fa via via più forte, ma dopo un po’ a tratti diminuisce. Decido di fare una pausa, anche perchè devo fare assolutamente benzina, e devo anche prelevare perchè lo sportello vicino a casa non funzionava e ho in tasca 15 euro. Vado verso il centro, alla ricerca di una banca... finalmente ne trovo una, ma è impossibile parcheggiare. Esco dal centro, gironzolo a caso e per fortuna ne trovo un’altra comodissima. Eseguo quindi la procedura per prelevare... (tra parentesi solo in questo momento mi ricordo che in Svizzera non si usano gli Euro) e faccio benzina. Al momento di pagare la cassiera per un paio di volte mi ripete una domanda ma non capisco una parola. Penso che chiedesse se volevo lo scontrino... boh. Mi rimetto in macchina, e controllo se lo stradario che ho portato arriva fino a lì. La risposta è no, non arriva fino a lì. Ahia... quello che ho stampato da viamichelin è incomprensibile (una delle cose fatte di fretta). Arrivo a Vaduz, capitale del Liechtenstein, nel frattempo è uscito il sole. Passo la frontiera austriaca, e qui ho bisogno del bollino per l’autostrada. Riesco a comprarlo, estraggo i miei 15 euro e ne spendo circa la metà... lo applico e si riparte per l’ennesima volta. Mi ri-fermo quasi subito, trovo una banca e finalmente prelevo euro. Prendo direzione Innsbruck, dalla micro carta che ho a disposizione non sembra mancare molto... ma vado, vado, vado... e la spiegazione dell’itinerario è davvero poco chiara: dice di seguire l’autostrada... ed alla rotonda prendere la seconda strada. Sì ma l’uscita quale diavolo è?!?!?!? Non è dato a sapersi. Inoltre, sfogliandolo noto che c’è da pagare 8.50 euro per un tunnel. Eh, un tunnel?!? Questo mi è nuovo... ma siamo sicuri?!? Per fortuna ho appena prelevato. Vado avanti tantissimo, e nel mio cervello si insinua un tarlo... ho sbagliato strada. Per forza, non è possibile che sia andato così lontano. Alla prossima uscita esco dall’autostrada e chiedo. Attenzione però! Un cartello indica un tunnel a pagamento... è quello!!! Allora ci siamo!!! E’ infinito, saranno una quindicina di km... ed all’uscita chiedo spiegazioni per la strada alla cassiera, e mi dice di andare sempre dritto... boh. Dopo un po’ la mia commozione è immensa quando vedo il cartello “Ischgl 23 km”... EVVAI CE L’HO FATTA!!! La strada è tortuosa, all’interno di una stretta gola, e finalmente raggiungo il paese. Piove ancora. Sono le 17 passate, preferisco per prima cosa trovare l’hotel. Ischgl è abbastanza grande, non pensavo... o meglio, me l’immaginavo proprio minuscola. Giro per le vie principali, alcune già chiuse per il “Palio”, ossia una kermesse con i migliori elite, ma niente non lo trovo. Chiedo ad un paio di persone ma non l’hanno mai sentito nominare... e ora cosa faccio?!? Fortunatamente dietro al gazebo della distribuzione dei pettorali c’è un ufficio del turismo, dove mi danno una cartina con l’ubicazione dell’hotel. Altra conquista!!! Già che ci sono ritiro il numero, ho il 51... mmmhhh davvero basso! Mica mi avranno messo per errore tra gli elite?!?!? (cosa peraltro che mi è già successa) Raggiungo la zona dell’hotel... sulla cartina c’è scritto n°213, ma a quel numero c’è solo
una porta di una casa, con tanto di campanello. Vedo una ragazza davanti, che traffica con una bici e le chiedo in inglese se sa dov’è l’hotel “Val Gronda”. “Quale?” Chiede, e rispondo “Val Gronda”. Lei non risponde, l’unica cosa che fa è alzare l’indice verso l’alto... indicando l’insegna dell’hotel! Ok, ci sono. Scarico i bagagli e a piedi vado a vedere il Palio. Partecipano un sacco di italiani, che arriveranno in finale. Guardandolo, noto un corridore che abbassa la mano, prende la borraccia e beve... la borraccia... la borraccia... la mia mente ripercorre a ritroso la strada e si ferma sul lavabo di casa, dove è rimasta la mia borraccia!!! Questo sì che è grave!!! Comincia a fare davvero freddo... per fortuna mi sono vestito pesante. E’ anche ora di cena, e devo trovare un posto per mangiare. Nel frattempo però perdo qualche minuto ad osservare un divertente show di tre ragazzi, due con le bici da trial e uno con un monociclo, che fanno evoluzioni. Dietro di loro un tendone dove vendono birre e simili... guardando il listino prezzi però hanno anche spaghetti etc, ad un prezzo ottimo. Mi metto quindi in coda. Osservo che gli altri estraggono un buono... ehi ma anche io ho quel foglietto nel pacco gara!!! Pensavo fosse un buono sconto per chissà cosa... visto che non capisco cosa vi sia scritto. Prendo gli spaghetti, patate di secondo e una bottiglia d’acqua, che era tutto compreso in quel buono! Spettacolare!!! Purtroppo c’è posto solo sui tavoloni di fuori, e fa freddo... inoltre le patate sono al pepe e non sono buonissime. Finisco in fretta, e torno all’hotel tremando dal freddo... ed al contempo sperando che il giorno seguente la temperatura sia migliore. Una doccia bollente e si va a riposare... la sveglia domattina suona alle 6.00.
Giorno #2 – The never-ending race
La gara infinita. Sì direi che è l’attributo giusto… Alle 4 e mezza mi sveglio dal freddo… e rimpiango le afose notti estive italiane. Alle sei la sveglia “ufficiale”, apro le tendine della finestra ed in cielo non c’è neanche una nuvola: OTTIMO! Ma “a naso” qualcosa mi suggerisce che fa freddo... tuttavia non ho il coraggio di uscire. Quindi mi preparo e scendo a far colazione. Arriva anche la ragazza a cui ieri ho chiesto dell’hotel, e noto che di colazione mangia cose strane... tipo un pentolone di yoghurt e cereali.. boh! Io invece colazione tradizionale, tre panini con marmellata e thè. Sento che lei ed il suo accompagnatore dicono che fuori ci sono 4°C... ok che faceva freddo, ma non credevo così tanto! Risalgo in camera ed esco sul balcone: confermo, è vero... fa freddissimo. Ho una cosa importantissima da fare: sistemare il problema borraccia. Trovo una bottiglietta d’acqua mezza piena, la svuoto, le dò una lavata e la riempio per mettermela in tasca. Scendo e preparo la bici, gonfio le gomme, monto il numero, metto il chip, olio... etc etc, le solite cose insomma. Il mio abbigliamento è composto da gambali, pantaloncini corti, guanti invernali, maglietta a maniche corte e sopra quella a maniche lunghe. Ma l’aria fredda mi taglia le orecchie, salgo quindi verso la salita più dura. Davvero dura... ma almeno ho lo stimolo di slacciarmi la maglia a maniche lunghe. Scendo, e ancora fa freddo, e ancora vedo il vapore uscire dalla bocca, e ancora il sole non è sbucato da dietro le montagne. Trovo due ragazzi del Team CBE, chiedo a loro e mi danno una vecchia borraccia usata... ma quando la apro decido che forse non è il caso di usarla, comunque la porto con me (davvero grazie a loro per la gentilezza... ma mi pare di aver visto sul fondo dei funghi... e forse anche dei simpatici gnomi che vi avevano fatto la casa al loro interno). Mi metto in griglia, il giudice richiama uno di fianco a me perchè dovrebbe stare in quella dietro (proprio fiscali: bravi!) e si attende il via. Potrei scavallare qualche fila e mettermi più avanti... ma sarei di fianco a Gilberto Simoni e non mi pare il caso. Viene dato il via, scendendo per il centro del paese fa freddissimo (nel frattempo ho tolto tutto e sono in pantaloncini corti e maniche corte) ma riesco a portarmi nelle prime posizioni. Affrontiamo uno strappetto abbastanza forte ma rimango attaccato, vedo qualche metro davanti a me Simoni. Mi viene quindi un’idea malsana. Sì lo so che è una cretinata... ma voglio avere la soddisfazione di pedalare per qualche metro di fianco a lui... o perchè no, davanti. A zig zag recupero posizioni... e lo supero, lo faccio passare ed ora è di fianco a me ma in quel punto in due non ci stiamo e a sx c’è il fiume. Esce dalla pista ciclabile, accelera e si porta con i primissimi. Nel frattempo ho superato tutte le donne... ma davanti a me ne vedo una: è la ragazza a cui ho chiesto dell’hotel! Mi sa che ho fatto una figuraccia... per forza deve essere una di quelle forti! Sulla salita pedalo abbastanza bene, pur perdendo qualche posizione. Mi vengono a prendere anche due ragazze... una è Esther Suss, l’altra la mia vicina di stanza che nel frattempo avevo superato. Cavolo va proprio forte... so solo che è canadese. Bella discesa, e arriviamo su un lunghissimo falsopiano, lo affrontiamo in un gruppetto con anche le due ragazze. Estraggo dalla tasca la bottiglietta d’acqua, mia unica salvezza, ma nell’aprirla mi cade in terra il tappo... dopo qualche sorso devo per forza buttarla. Bene. Anzi, male... Torniamo a Ischgl, e qui comincia la salita più dura. Quasi tutta da rapportino, la pendenza è veramente notevole... ma riesco a tenere. E’ interminabile, non finisce più. Raggiungo il ristoro, per fortuna danno le borracce! Ne prendo una al volo, e continuo. Dopo un po’ la prendo per bere... ma mi cade in terra. Mi fermo, la raccolgo, e riparto... troppo importante. Usciamo dalla vegetazione, ma la salita continua... finchè spazia il mio sguardo vedo corridori salire... BASTA! C’è un silenzio davvero assoluto... Passo il ristoro, dove mi danno degli zuccheri (ho lo stomaco che brontola)... ma mi cadono pure quelli in terra! Ma che
mani oggi!!! Finalmente arriviamo al bivio... e prendo per il medio. Comincia qui una discesa divertentissima, una delle più belle che io abbia mai fatto... ma in curva la ruota anteriore non tiene. Cavolo, è buca. In salita non me ne ero accorto... forse non era ancora buca. Si sgonfia molto rapidamente, dopo qualche curva è a terra. Ora non so proprio cosa fare... se non proseguire pianissimo. Da qui fino al traguardo un disastro, continuano a passarmi via corridori e rischio continuamente di disarcionarmi e finire nel precipizio. Quando sto per passare sotto all’arrivo lo speaker in tedesco dice il mio nome, e da dove provengo... ma soprattutto stimola il pubblico ad un grosso applauso, vedendomi con la ruota a terra. Il pubblico risponde battendo le mani e facendomi i complimenti con i loro “PRAFO!!!”... vi assicuro è stata comunque un’emozione. Alla fine ho fatto 51°... ma guardando il risultato di coloro che erano con me, sarei finito nei primi venti assoluti. Che peccato, ancora una volta sono stato sfortunato. Al traguardo mi cambio velocemente per seguire l’arrivo dei primi: vince De Bertolis, al secondo posto Alban Lakata. Attendo anche le donne, per sapere inoltre chi sia la ragazza dell’hotel... e scopro essere... la tre volte campionessa mondiale e argento alle olimpiadi Alison Sydor. Che figura!!! Mangio un bel panino con wurstel, visto che nel frattempo scopro che i buoni non sono per mangiare (era solo quello usato ieri sera... ma va bene così). Non prendetemi in giro ma ho anche tentato di avere la pasta con un “buono per una doccia”. Torno in hotel a lavorare un po’ e ritorno per mangiare al solito posto... l’atmosfera, sebbene sia già sera e la gara sia terminata da parecchio, è ancora molto festosa, questo manca nelle gare italiane. Un sacco di gente che ride, scherza, mangia, beve, canta... il tutto allietato da un gruppo che suona musiche tedesche “moderne”. Tra l’altro la cantante mi sembra molto quella che distribuiva i pacchi gara... mah... Me la prendo con calma e finalmente, prima di tornare in hotel, faccio un giretto per Ischgl poichè ancora non l’ho visitato bene. Sono parecchio stanco, e vado a dormire... ma purtroppo visto che il copertone è tagliato non penso di riuscire a pedalare domani mattina.
Giorno #3 – E’ già ora di tornare
Alle 7.30 mi alzo, preparo le mie cose e faccio colazione. Non posso uscire in bici, e la giornata è fantastica... che peccato. Passo per il centro, e noto che il negozio che noleggia mtb è aperto: forse avrei potuto fermarmi ed acquistare una camera d’aria... ma se poi non teneva? E se per qualche motivo non andava bene? Mi facevo un po’ di sbattimenti per nulla... e allora fa niente. Una cosa intelligente sarebbe stata portare la bici da corsa, ma non mi è venuto in mente. Torno quindi a casa, fortunatamente in strada non c’è quasi nessuno ed alle 12.30 sono a tavola a casa mia. Esco in bici dopo pranzo, sul “mio” lago... per l’occasione in giro in macchina non c’è quasi nessuno anche qui, e per le stradine della “Regina” vecchia c’è il tipico odore che definirei di alborella... che fa tanto estate. Un paio d’ore fatte bene, la gamba c’è... non mi sembra neanche di aver fatto una gara così dura ieri mattina!
A risentirci!
gattonfolo@gmail.com
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