Giorno #2 – Cinque ore per sgranchirsi le gambePuntuale, dopo un’abbondante colazione, mi presento al ritrovo nella piazzetta dell’hotel per la prima giornata di allenamento. La mia bici è una Rocket biammortizzata, dal peso stimato attorno ai 15 km e di una taglia più piccola, ma non mi lamento… aggiusto le misure per quel che si può e salgo in sella. Posso subito vedere da chi sarà composto il gruppetto, siamo una dozzina ma sono quasi tutti tedeschi. Faccio conoscenza anche con uno degli accompagnatori, Steffen, che però mi dice che lui seguirà il gruppo dei più lenti… mentre Susan, la sua ragazza, verrà con noi “veloci”. Confesso di essermi un po’ stupito di questa cosa… ma poco dopo arriva anche lei, è una ragazza forte che corre come elite. Con un’oretta circa di ritardo si parte, destinazione i primi km di gara. Arrivati al Palmitos Park, sede della logistica della gara, ci si divide in due gruppi, in base al proprio livello. Noi “forti” siamo in cinque, io, la suddetta Susan e tre altri tedeschi. Si parte in salita, per diversi km, e su asfalto. Giunti a metà salita (ma ovviamente nessuno conosceva il tracciato) è un teutonico a mettersi davanti a fare il ritmo, con un passo piuttosto sostenuto. Guardo cosa fanno gli altri… lo lasciano andare, ma dopo 1 km circa lo vado a riprendere e scollineremo insieme. Gli altri comunque giungono al massimo ad un minuto di distacco. Discesa su asfalto, ed al termine ritroviamo il gruppo dei meno veloci. Proseguiamo, ora si comincia a salire su sterrato e le pendenze sono abbastanza elevate. Al termine non c’è subito discesa vera, ma una serie di saliscendi abbastanza impegnativi, e poi picchiata verso il traguardo, con l’ultimo tratto in falsopiano sul greto di un torrente. Ritorniamo sull’asfalto, e da lì all’hotel, con 3 ore di allenamento effettive (senza contare le pause). La ragazza ci dice che, se vogliamo, possiamo seguirla e tornare indietro verso il gruppo dei “lenti”. Gli altri decidono di fermarsi, io però non ho nulla da fare in hotel… e sono lì per pedalare… quindi decido di andare con lei. Entra in hotel e riempie la borraccia, mentre io l’ho quasi finita ma per andare in contro agli altri dovrebbe bastare. Appena partiamo, però, mi dice che lei deve allungare per fare cinque ore… è anche tentata di rifare lo stesso giro che abbiamo appena fatto… ma poi protende per un altro tragitto. Ok va bene, anche se probabilmente morirò di sete. Appena entriamo nello sterrato lo vedo. Una apparizione sfuggente, ma ben definita… un Lagarto Gigante che attraversa la strada! E’ lungo più di 50 cm, di colore nerastro e rosa… ma Susan non sembra apprezzare quanto me la visione. Troviamo gli altri, e proseguiamo facendo in salita l’ultima discesa del giro precedente… poi ancora in salita su sterrati, e sbuchiamo sull’asfalto. Ovviamente la mia acqua è già finita… ma tengo duro. Ancora 4 km di salita, su asfalto ed allo scollinamento la ragazza mi offre ciò che rimane di una delle sue borracce… è celestiale bere quando si ha sete. Velocissimo discesone su asfalto, e poi si ritorna in hotel. Cinque ore di pedalata e 90 km, non male come primo giorno! Dopo cena un breve briefing ci illustra i programmi dei giorni seguenti, per ora sono ancora da solo in stanza e a questo punto credo che non arriverà nessuno, quindi vado a letto. Invece, nel cuore della notte, sento dei rumori che sembrano provenire dall'aldilà: qualcuno sta aprendo la porta. Mi alzo e vado a vedere, trovo Jessica che mi presenta la mia coinquilina… Sandra Klomp. La conosco già, so che è simpaticissima quindi non c’è bisogno di presentazioni… e si torna a letto.
Giorno #3 - Oh cavolo il percorso è davvero duro!Terzo giorno alle Canarie, il sole è sempre più cocente ed io comincio ad avere le braccia e le gambe bruciacchiate… ma si pedala di nuovo. E di nuovo la partenza è un po’ in ritardo, ci sono alcuni problemi alle nostre bici e ci tocca “inseguire” il gruppo, trasportati in macchina. Li raggiungiamo e si comincia. Oggi niente suddivisione, il gruppo è unico e siamo una quindicina. Abbastanza ben assortito, e ritrovo alcuni corridori del giorno precedente. Cominciamo in salita, diversi km, fino allo scollinamento ad una quota non ben precisata ma piuttosto elevata… a giudicare dal panorama. Discesa su asfalto fino ad un paesino, dove ci possiamo rifornire di acqua e barrette, dopo di che si entra nello sterrato per percorrere una parte di gara. Una bellissima cementata, seguita da single track, porta verso l’asfalto… e poi diversi saliscendi. Nella seconda parte del nostro tour, ci sono le salite più lunghe… davvero interminabili, spesso su asfalto ma mai molto ripide. La mia bici è davvero pesante... Si comincia a fare un po’ di conoscenza con i nostri compagni di sventura… non sono forse socievoli come noi italiani, ma si sta bene in gruppo. Come Markus, Theresia, il tizio che mangia sempre, quello che non ride mai... etc etc, persone davvero divertenti. Finalmente si torna a scendere, e via verso l’hotel… per quest’oggi circa 4 ore di pedalate, non male. Alla sera solito briefing, in cui vengono proiettate foto e filmati della gara di Fuerteventura, che si disputerà a fine Ottobre.
Giorno #4 - …oggi le ore di pedalata sono sette…Di nuovo si parte per l'allenamento, alle 10.30 circa. Devo dire che, se volevo allenarmi sulla distanza, ci sto riuscendo molto bene poichè in due giorni ho già fatto nove ore, che sono più di quelle che faccio in una settimana. La compagnia è un poco diversa, c'è qualche new entry e qualche irriducibile (come me) del terzo giorno. Si parte in direzione nordest, verso Las Palmas quindi, su stradoni che corrono paralleli alla costa. Dopo una ventina di km si svolta a sinistra, e da lì sarà salita, per una ventina di km. Difatti alle Canarie, o quantomeno nell'isola in cui sono stato io, si passa rapidamente dal livello del mare a cime molto alte, fino a toccare quasi i duemila metri. La strada da percorrere è verso Santa Lucia, dopo qualche km ci troviamo in testa io ed un tedesco, credo sia un triatleta. Mi sembra quasi di essere sullo Stelvio, se non fosse per il mare in lontananza... la salita è davvero interminabile. In cima spiana un pochino, e ci fermiamo ad attendere gli altri, nei pressi di un punto panoramico che dà su di un precipizio, uno dei cosiddetti "barranco". Ricostituito il gruppetto arriviamo a Santa Lucia, dove si fa rifornimento in piccolo market. Una Coca-Cola ed un Lion 1.60 Euro... direi che i prezzi sono parecchio contenuti. Ci rimettiamo in marcia, dapprima in discesa dove i ragazzi che ci accompagnano cominciano a segnare il percorso. Si arriva nel fondovalle, sono le ore più calde della giornata e si sente... la temperatura è soffocante. Si comincia a salire, è una cementata ripidissima a tornanti, penso che la pendenza sia superiore al 20%. In cima non c'è discesa, ma un saliscendi "più sali che scendi", oserei dire. Sbuchiamo sull'asfalto, un paio di km ancora di salita e torniamo a San Bartolomeo, dove ci siamo fermati anche il giorno precedente, per il secondo rifornimento. Ora ci sono due possibilità. Sono le 16, si può tornare verso il traguardo su asfalto, e ciò comporta 3 km di salita, una lunga discesa, poi ancora 4 km di salita e poi picchiata verso Maspalomas, oppure farsi 2 km di salita su asfalto, discesa, e immettersi nello sterrato che rappresenta il finale della gara. Io, Sandra ed uno degli accompagnatori (molto forte, fa le Iron Bike) siamo per lo sterrato, mentre gli altri propendono per l'asfalto, si decide quindi di dividerci. Affrontiamo quindi la salita, e poi la discesa entrando nello sterrato. Il nostro accompagnatore ci mostra la strada che dovremo raggiungere: è a circa 100 metri di quota sopra di noi, a mezzacosta, e l'unico modo di raggiungerla è mettere la bici in spalla e scavalcare le rocce. Dopo circa venti minuti e... poche centinaia di metri percorse, decidiamo di tornare indietro e rincasare anche noi dall'asfalto. C'è sempre la salita di 4 km da fare... sono stanco, oramai abbiamo fatto sei ore ma riesco a scollinare per primo: la gamba è direi molto buona. Torniamo in hotel esausti, il briefing di stasera prevede la proiezione di foto di una gara a tappe in Germania.
Giorno #5 – una sgambatina sulla costa sudoccidentale di Gran CanariaLa gara si avvicina, mancano solo due giorni... la mia idea quindi, dopo tre giorni in cui ho totalizzato 16 ore di allenamento, è quella di fare 1h30 oggi e 1h30 domani. Non ci sono tour organizzati, e con Sandra decidiamo di andare verso la costa sudoccidentale. Dicono che la strada è bella, e panoramica. Cominciamo a pedalare, ci siamo dati come obiettivo la località di Puerto Rico che dista ad occhio 25 km. La strada è tutta un saliscendi verso la costa e poi più in su, sembra un po' la costiera amalfitana. Qui ci sono poche case, anche perchè la costa è molto impervia, sembra essere una zona selvaggia. Giungiamo tuttavia a Puerto Rico, dopo un'oretta, che è costituito praticamente solo da hotel, bianchissimi, sulle pendici dei versanti: sono davvero un pugno nell'occhio. Scendiamo a vedere la sua spiaggia, affollatissima... io sarei per tornare a casa ma Sandra preferisce andare verso Mogàn... che dista altri 20 km. Ok, va bene anche per me... e continuiamo. Usciamo sempre di più dalle zone turistiche, la strada però è sfiancante a causa di tutti i saliscendi... arriviamo poco prima di Mogàn, quando decidiamo di tornare. Il viaggio di ritorno sarà durissimo: il vento ci spira contro, è fortissimo tanto che gira il manubrio... ma finalmente arriviamo all'hotel, abbiamo fatto un'ottantina di km e tre ore. Il pomeriggio, dopo un degno pasto sempre all'eccezionale buffet dell'hotel, è dedicato alla piscina... un vero toccasana, l'acqua è caldissima. Per questa sera, la presentazione è dedicata ad una gara in Polonia, sembra davvero bella... ma dura.
Giorno #6 – Insegnamo ai bimbi “canarini” ad andare in biciManca solo un giorno alla gara. Sono convinto di poter fare bene... la gamba mi sembra buona. Il programma di oggi prevede una doppia pedalata: al mattino giretto "serio", raggiungerò Sandra che è al Palmitos Park, distante circa 6 km, che è là assieme ad altre ragazze per portare in giro dei bambini locali, poi al pomeriggio si dovrà ritornare nel medesimo posto per ritirare il pacco gara. Una volta in loco, vengono distribuite le bici ai bambini e si parte. Facciamo un paio di giri del parco, sulle piste ciclabili, dopo di che cominciano gli esercizi. Qualcuno è un po' più bravino, qualcuno meno, ma tutti si impegnano e si divertono un sacco. Ad esempio, quando qualcuno prende troppa velocità e noi esclamiamo "piano, piano!" loro scoppiano a ridere e ci rispondono "piano y guitarra!". Gli esercizi che proponiamo sono per l'utilizzo dei freni, ossia frenare prima con quello anteriore e poi con quello posteriore, poi lo slalom ad una mano sola, prendere la borraccia appoggiata su una panchina, saltare alcuni marciapiedi e così via. Devo dire che è stata una delle cose più belle in questi giorni di vacanza, mi sono divertito un sacco anche io. Di ritorno all'hotel ci si rituffa (letteralmente) in piscina, per passare alcune orette in completo relax. Non è finita, però, visto che bisogna andare a ritirare il pacco gara, logicamente in bici poichè è l'unico nostro mezzo di trasporto. Saranno cinque da ritirare, in due persone: il mio, quello di Sandra Klomp (che verrà con me), quello dell'altra nostra compagna Sandra, e quelli dei due austriaci Markus e Theresia, che ci hanno chiesto questo favore. Alle 18 siamo al parchetto, la coda dura una mezz'ora buona... poi finalmente si torna indietro, comincia anche a fare un po' freddino. Alla sera una buona birretta per brindare alla gara dell'indomani (qualcuno fa anche il bis), e si va a letto.
Giorno #7 – La gara… o meglio, il disastroAlle 6.30 suona la sveglia, finalmente il giorno clou di questo training camp è arrivato. Senza eccessiva fretta ci si prepara e si fa colazione, io cerco di rimpinzarmi più possibile visto che la gara sarà di 90 km. Alle otto ci si ritrova col nostro solito gruppetto, ed in bici ci rechiamo alla partenza. Qualche giretto per riscaldamento e via in griglia. Viene dato il via, si percorrono le ciclabili del parco dietro macchina, veramente piano... roba che se la si facesse in Italia ci sarebbero morti e feriti ad ogni curva, panchina o scivolo. Si esce sull'asfalto, la velocità aumenta ma... ci fanno fermare. Verrà data lì la "vera partenza"... altra cosa che in Italia sarebbe pericoloso fare. Ci si divide in due scaglioni, ed al "Via!" c'è uno scatto di due o tre corridori. Neanche nel ciclocross ho visto partenze così fulminanti... e ci si butta dietro. I primi km sono su asfalto in leggera salita, con pochi strappi... ma con diversi zigzag nello sterrato causati da lavori in corso: ogni volta che si entra nello sterrato c'è una volata, e gli scatti continuano in rapida successione. Riesco a tenere il primo gruppo... siamo in circa 25, e sulla prima salita sono attorno alla quindicesima posizione. L'andatura però mi pare troppo sostenuta, quindi sia perchè non ce la faccio a tenerli, sia perchè non voglio sforzarmi più di tanto visto che sarà una gara lunga, li mollo. Perdo qualche posizione, ma in discesa rientro abbastanza facilmente su quelli che ho davanti. Si percorrono i primi saliscendi, passiamo il bivio per il percorso corto ma dopo pochi km mi sembra che la mia gomma posteriore non tenga più così bene. Devo fermarmi a controllare... ebbene sì, è buca. Ho una camera d'aria di riserva, le operazioni di sostituzione vanno abbastanza lisce... perdo circa 7-8 minuti. Riparto a tutta, di spazio per rimontare ce n'è e non è tutto perduto. Mi accorgo che in discesa rischio molto... sia per la mia incolumità (ho visto un muro a 5 cm dalla faccia), sia per la bici... e difatti buco ancora. Non ho più camere d'aria e non so dove sono. Provo a rigonfiare quella bucata prima, poichè si sgonfiava lentamente... ma la valvola è troppo grossa e non riesco. Passa dopo un po' un ragazzo italiano, che mi dà la sua camera d'aria (ancora lo ringrazio se è in ascolto!), ma non capisco quale sia il problema... non riesco a gonfiarla. Dopo circa un quarto d'ora trovo il sistema: smonto la pompa, metto i pezzi sulla valvola, e la rimonto... così funziona. Quando riparto ho perso minimo mezz'ora... ma la gara la voglio finire. Non sono più tanto convinto della rimonta, ma non mi perdo d'animo. Arrivo al ristoro, e mi fermo a mangiare... dopo di che riparto verso la parte più dura del tracciato. Ancora una discesa in pietraia, dove la bici prende dei sobbalzi allucinanti, ed in un tornante mi si incastra la catena tra l'11 ed il forcellino. Ovviamente non me ne accorgo, e alla prima pedalata la catena si storta. Decido di continuare, se riesco... per un paio di km in falsopiano ok, ce la faccio... ma quando attacco la salita al 20% mi è impossibile salire: la catena non sta in posizione, continua a saltare e a cadere. Non riesco proprio a pedalare. Purtroppo devo ritirarmi. Torno indietro, dove avevo visto un addetto al percorso. Gli chiedo quale sia la strada più breve, indicandogli una sterrata che mi pare vada in direzione giusta, ma mi risponde "di lì ci vogliono tre ore, se ci vai di sicuro ti perdi". Tornare indietro è lo stesso, e proseguire per il tracciato di gara uguale. Non so proprio cosa fare... mi dice che la cosa migliore è attendere con lui la fine della gara, che mi avrebbero dato un passaggio. Ma di stare lì per ore proprio non ne ho voglia... Arriva uno spagnolo che con una velocità incredibile salta giù dalla bici e mi ripara la catena (grazie anche a lui!). Mi dice che se voglio fare quella strada che dico io, in 20 km e 45 minuti sono al traguardo: ottimo!!! Mi immetto quindi per quella strada. Non c'è in giro anima viva, sulle mie braccia sono comparse delle bolle per il troppo sole e la catena è ancora un po' storta. Dopo più di mezz'ora esco sull'asfalto, beh dai penso che oramai manchino pochi km a Maspalomas. Breve strappetto in asfalto e... SPACK! La catena si rompe a metà. Non ho l'attrezzino. Non so dove sono. Non c'è in giro nessuno. Aiuto. Vado quindi verso il mare, fortunatamente la strada è in discesa... e arrivo praticamente all'aeroporto di Las Palmas. Purtroppo ora so benissimo dove sono, a 25 km dall'hotel... le imprecazioni verso lo spagnolo vengono naturali. Ma attenzione, in questa giornata sfortunata c'è una cosa positiva: ho il vento a favore! Percorro circa 4 o 5 km senza problemi, con la mia catena in mano... ma ben presto il vento finisce, così come la mia fortuna, e cominciano i saliscendi. Sono INTERMINABILI... i tratti in salita li devo fare a piedi, con le macchine che sullo stradone a quattro corsie mi sfrecciano di fianco. Sono sfinito psicologicamente... finalmente arrivo all'hotel, dove poco dopo arriva Sandra che ha terminato la gara. Non è finita: dopo la doccia devo riparare la bici per poter tornare al Palmitos Park... dove c'è il Paella-party e le premiazioni. Gli animi fortunatamente sono allegri, un po' meno il mio visto che non ho finito la gara... Che peccato, se avessi scelto il percorso corto forse avrei vinto l'assoluta... tra l'altro tra le donne avrebbe vinto Theresia (che la sera prima ha bevuto due birre... meditate gente sul potere della birra, che io vado decantando da anni), ma una ragazza partita nello scaglione per il lungo ha deciso di fare il corto ed è arrivata prima di lei, ed i giudici non l'hanno squalificata. Al ritorno ci fermiamo a vedere le famose "dune di Maspalomas"... e si rientra in hotel. E' la mia ultima sera, domattina ho appuntamento alle 4.40 davanti all'hotel per il taxi che mi porterà all'aeroporto. C'è organizzato un party, ma poco frequentato... vengono fatte vedere le foto della gara, si beve una consumazione ed all'una sono a letto (in realtà alle 00.30, ma in quel momento ho realizzato che non trovavo più le chiavi della valigia e ho dovuto disfare i bagagli).
Giorno #8 – Si torna a casa
Tre ore e venticinque minuti dopo suona la sveglia. In fretta mi preparo, prendo i bagagli ed esco dall'hotel. C'è il taxi che mi attende, nel viaggio verso l'aeroporto mi spiace lasciare questo posto con temperature sempre sopra i 30 (o anche 35) gradi, ed il sole tutto l'anno. Ancora maggiore diventa la nostalgia quando, da Madrid a Linate, il pilota annuncia che a Milano piove. Ah, è vero... esiste anche la pioggia.
Andrea B.
I complimenti di persona te li ho già fatti e li ripeto con lode qui!Grande come sempre.Icio
RispondiEliminacomplimenti, davvero bello
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