Eccomi qui a raccontare delle mie due gare su strada... la prima il 25 Aprile a Legnano (gara che due anni fa avevo vinto), la seconda una granfondo a Campione d'Italia.Per ciò che riguarda Legnano, gara molto tirata (43 di media) nonostante il circuito prettamente cittadino, quindi con molte curve e rotonde. Al terzo giro ho provato ad uscire, ma dopo per parecchio tempo ho pagato lo sforzo profuso per riaccodarmi al drappello in fuga che, tra parentesi, è durato ben poco visto che il gruppo ci è tornato sotto quasi subito. Alla fine, comunqe, senza aver fatto la volata di gruppo sono arrivato terzo... un po' di rammarico per non averla fatta, quindi, c'è.
Oggi invece gara completamente diversa: granfondo di 130 km con partenza ed arrivo a Campione d'Italia, e con diverse salite da scalare: Carona, Croce (da Porlezza), Val d'Intelvi e l'ultima, terribile... Morbio Superiore. Complessivamente è stata una buona prestazione, ma ho sofferto molto.
Appena mi metto in macchina realizzo che la gara più lunga di quest'anno è stata di 1h e mezza (eccezion fatta per la marathon alle Canarie), e che quindi 4 ore di gara sono una bella novità. Non serve dire che allenamenti così lunghi non li faccio dall'anno scorso... Realizzo anche che forse, a questo punto, sarebbe stato meglio mangiare la pasta... ma oramai sto per arrivare a Campione d'Italia, piccola enclave comasca in territorio elvetico. Il pettorale è ottimo, il 18, posso quindi permettermi di mettermi in griglia, insieme ai miei compagni di squadra, all'ultimo momento. In realtà non faccio un riscaldamento molto prolungato: 130 km mi sembrano già sufficienti...!
E' ora di partire: ci fanno fare un pericolosissimo giro per il paese, con molte frenate a causa della strada stretta, tortuosa, e piena di macchine. Finalmente c'è il via ufficiale, l'andatura è mediamente sostenuta. Si attraversa il ponte di Bissone, poi si svolta a sinistra e l'andatura comincia a salire. Difatti cominciamo la prima salita, quella di Carona, piuttosto forte. Io non ho il passo dei primissimi, ma cerco di tenere duro. Pedalo un po' con l'inglese Nicole Cooke, otto volte campionessa nazionale, vincitrice del Tour de France, del Giro d'Italia, del Giro di Germania, e di due Coppe del Mondo. Si stacca nel tratto più duro, che finisce poco prima dello scollinamento. In discesa mi riporto sul gruppetto davanti a me, cerco di fare io le traiettorie rischiando anche qualcosina tanto che in un curvone mi scoda via la ruota posteriore, fortunatamente resto in piedi. Va da sè che da lì in poi decido di scendere un po' più cautamente... Nel frattempo rientra anche Nicole Cooke, davvero brava in discesa, e all'attraversamento di Lugano si forma un gruppetto di una quindicina di corridori. Da lì in poi, fino a Menaggio, facciamo un'andatura direi ottima: non troppo forte e non troppo lenta, giungendo così sulla regina verso Argegno, siamo il secondo gruppo all'inseguimento dei primi.
Prendiamo la salita della Val d'Intelvi senza eccessive sfiammate, che però cominciano subito dopo nel tratto più impegnativo. E' la salita più lunga della gara, una decina di km, ma presenta solo nella prima parte pendenze attorno all'8-9%. Come dicevo, l'andatura aumenta nel tratto più duro, io sono al centro del gruppetto... che "esplode". Davanti una decina di corridori, tra cui Nicole Cooke, dietro ad una cinquantina di metri io, mentre alle mie spalle si fa il vuoto poichè ognuno sale del suo passo. Sono convinto di poter rientrare, ma non ci riesco... vanno forte, il distacco aumenta lentamente ma inesorabilmente, tanto che giunti poco dopo Dizzasco non li vedo più. Mi fa malissimo il fegato, gonfio dall'acido lattico, e sono ancora da solo. Su questo tratto di salita cerco di mettere il 52, cosa che a volte faccio in allenamento, ma devo recuperare un attimo di fiato perchè le fitte al fianco sono davvero forti. Per fortuna passano in fretta, ricomincio ad avere un passo più che buono, e davanti a me vedo un corridore. A tratti metto il 52, e scollino con quel rapporto, deciso da qui in poi a recuperare. Magari in discesa, dove ho già visto di poter recuperare più che in salita.
Difatti poco dopo raggiungo il ragazzo davanti a me: sarebbe stato un suicidio (per entrambi) proseguire da soli, quindi in discesa cerco di attenderlo. Passato Schignano rientra un gruppetto, che si infoltisce sulla Regina verso Cernobbio. Ho speso molto sia per fare la salita da solo, sia nei tratti in cui ho cercato di tirare, e si sentono nelle gambe. Cerco di stare coperto, ed arrivo a Maslianico nel gruppetto. Purtroppo so cosa mi aspetta a questo punto: la salita della Val di Muggio, con le sue pendenze superiori anche al 15%. Forse più per un calo di testa che di gambe, appena attacchiamo la salita mi stacco. Nel tratto più duro non salgo proprio, pare che a nulla siano serviti i numerosi zuccheri che ho preso durante la gara ed anche prima della salita, e nella mia testa c'è un'unica voce: "nonmollare-nonmollare-nonmollare". Giunto allo scollinamento ho perso almeno una ventina di posizioni, da dietro continuava imperterrito l'arrivo di corridori che mi superavano. Pazienza. Da lì fino al traguardo sarà una sofferenza... la gamba ha ripreso un poco di vigore, ma i lunghissimi rettilinei fino a Campione d'Italia, percorsi da solo, sono davvero interminabili. Ultimo strappo prima del traguardo, che finalmente posso tagliare dopo 4h08m. Il risultato è quarantatreesimo assoluto e sesto Mastersport, che alla fin fine è davvero buono considerando che non faccio mai allenamenti di distanza. Ottimo anche il fatto che per 3/4 di gara sono stato nei primi 25-30... Tagliato il traguardo divoro parecchie cose... ed il risotto con la salsiccia è un toccasana.
I programmi ciclistici per la seconda parte della settimana sono piuttosto "intriganti"... quindi rimanete sintonizzati!
Andrea B.
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