La Granfondo dei Longobardi ha sempre rappresentato per me una competizione speciale. Difatti, ricordo ancora quando nel lontano anno 2000 andai a vedere la gara, mentre facevo le prime pedalate in sella alla mtb. L’anno successivo, inoltre, la prima partecipazione... nonchè prima granfondo della mia vita. Ricordo anche che il giorno precedente andai a ritirare il pacco gara, e poi insieme ai miei compagni del liceo a guardare i risultati della maturità. A pensarci mi sembra che sia passato un secolo.... Ma non è finita. Nel 2002 proprio alla Granfondo dei Longobardi riuscii a conquistare il mio primo risultato “serio”, un secondo posto di categoria alle spalle di un valdostano che ora corre come elite, mi aveva battuto giusto di un paio di minuti. Infine, nel 2006, quando già per me rappresentava la gara “di casa”, essendo tesserato per la società organizzatrice, ho conquistato la mia prima maglia, ossia quella di campione provinciale marathon. Si può anche tranquillamente affermare che è sempre stata la gara con la miglior prestazione personale, in tutti gli anni. Ma non quest’anno, purtroppo, come vedremo.
Lo stage in montagna mi ha profondamente segnato, a quanto pare... anche se a me sembrava di non essere stanco più di quel tanto. Al sabato pomeriggio, come da tradizione, sono andato a ritirare il pacco gara, operazione seguita poi da un mega gelato. Sveglia alle 6.20, ed io e Uccio alle 7.30 siamo nell’area della partenza. Un buon riscaldamento, e via in griglia. Lo speaker dà lo start e partiamo abbastanza forte. Usciamo dal parcheggio, ci immettiamo sulla strada... strappetto... ma nessuno prende l’iniziativa, e mi metto io davanti al gruppone di 860 corridori. Dura poco... passa via un treno sulla sinistra e mi metto a ruota. Entriamo nello sterrato, sono attorno alla trentesima posizione... ma alla prima pozzanghera in tanti tirano i freni e parecchi corridori cadono, io sono costretto a mettere giù il piede. Ci frazioniamo, quindi... e nei successivi 7-8 km c’è un po’ di scombussolamento delle posizioni, sino a quando mi stabilizzo in un gruppetto di quattro, tra cui il mio ex compagno di squadra Carlo. Tiriamo ad un passo sostenuto ma regolare, un po’ per uno, e sto davvero bene in questa posizione: perfetto, e li tengo senza problemi sia in pianura, che in salita, che in discesa. Procediamo in questo modo per alcuni km, ma purtroppo durante una discesa cerco una traiettoria un po’ strana e finisco nel bosco. Poco male... rientro sul sentiero per riaccodarmi ma ho perso cinquanta metri. Spingo a tutta per rientrare, ma niente... rimangono lì. Anzi, più vado avanti, più il distacco si dilata... ma continuo a tenerli a vista per una decina (forse di più) di km. Non mollo, ma mi accorgo che sto spendendo tantissime energie... Ad un certo punto, davanti vedo che hanno un abisso... ed anche dietro non si vede nessuno in lontananza. Arriviamo quindi al primo GPM della giornata, quello della Madonna di Bizzarone. Lo comincio attorno alla venticinquesima posizione, ma sento le gambe davvero impastate. Da qui in poi sarà un calvario. Scollino che già ne ho perse cinque, poi in discesa e in pianura rimango lì... assumo gli zuccheri sperando che mi diano un po’ di energia. Comincia la lunga (si fa per dire) salita verso il secondo GPM, e mi stacco dal gruppetto addirittura già sul tratto in asfalto. Proprio non vado avanti, e continuo a perdere posizioni. Mi sorpassano moltissimi corridori, tanti di essi li conosco e mi incitano, chiedendomi cosa è successo... ma proprio non ne ho. Però voglio finire la gara. Passo abbastanza indenne anche l’ultima salita, diversi tornanti asfaltati, pur perdendo ulteriori posizioni. Nel tratto pianeggiante sono davvero cotto, non riesco neanche a mettere il 44 mentre mi sfrecciano via tutti gli altri a doppia velocità. Ho fame... spero che da dietro sopraggiungano i miei compagni di squadra per elemosinare una barretta, ma non si fa vivo nessuno. Su di uno strappetto insignificante mi fermo, non ce la faccio. Prendo dalla tasca ancora gli zuccheri... anche se ormai è tardi, e comincio a sognare le prelibatezze del ristoro finale. Mi trascino al traguardo, sarò 102°.... quindi da un rapido calcolo tra Bizzarone ed il traguardo ho perso 70-75 posizioni. Incredibile! Non che pretendessi chissà cosa, ma ancora una volta taglio il traguardo pesantemente amareggiato. Ho una fame incredibile, al ristoro mangio forse una decina di fette biscottate alla nutella, altre alla marmellata e una dozzina di fette di anguria. Per non parlare di tutto ciò che ho bevuto... Al pasta party divoro il piatto di pasta, dopo di che si dà inizio alla grigliata con tutta la squadra, ed amici. Oltre a quello già mangiato, finisco altri due piatti di pasta e diverse costine e salamini... nonchè due birre medie. Oh, ora mi sento meglio!
Settimana prossima, se tutto va bene, farò una domenica di pausa... riposandomi al mare.
Lo stage in montagna mi ha profondamente segnato, a quanto pare... anche se a me sembrava di non essere stanco più di quel tanto. Al sabato pomeriggio, come da tradizione, sono andato a ritirare il pacco gara, operazione seguita poi da un mega gelato. Sveglia alle 6.20, ed io e Uccio alle 7.30 siamo nell’area della partenza. Un buon riscaldamento, e via in griglia. Lo speaker dà lo start e partiamo abbastanza forte. Usciamo dal parcheggio, ci immettiamo sulla strada... strappetto... ma nessuno prende l’iniziativa, e mi metto io davanti al gruppone di 860 corridori. Dura poco... passa via un treno sulla sinistra e mi metto a ruota. Entriamo nello sterrato, sono attorno alla trentesima posizione... ma alla prima pozzanghera in tanti tirano i freni e parecchi corridori cadono, io sono costretto a mettere giù il piede. Ci frazioniamo, quindi... e nei successivi 7-8 km c’è un po’ di scombussolamento delle posizioni, sino a quando mi stabilizzo in un gruppetto di quattro, tra cui il mio ex compagno di squadra Carlo. Tiriamo ad un passo sostenuto ma regolare, un po’ per uno, e sto davvero bene in questa posizione: perfetto, e li tengo senza problemi sia in pianura, che in salita, che in discesa. Procediamo in questo modo per alcuni km, ma purtroppo durante una discesa cerco una traiettoria un po’ strana e finisco nel bosco. Poco male... rientro sul sentiero per riaccodarmi ma ho perso cinquanta metri. Spingo a tutta per rientrare, ma niente... rimangono lì. Anzi, più vado avanti, più il distacco si dilata... ma continuo a tenerli a vista per una decina (forse di più) di km. Non mollo, ma mi accorgo che sto spendendo tantissime energie... Ad un certo punto, davanti vedo che hanno un abisso... ed anche dietro non si vede nessuno in lontananza. Arriviamo quindi al primo GPM della giornata, quello della Madonna di Bizzarone. Lo comincio attorno alla venticinquesima posizione, ma sento le gambe davvero impastate. Da qui in poi sarà un calvario. Scollino che già ne ho perse cinque, poi in discesa e in pianura rimango lì... assumo gli zuccheri sperando che mi diano un po’ di energia. Comincia la lunga (si fa per dire) salita verso il secondo GPM, e mi stacco dal gruppetto addirittura già sul tratto in asfalto. Proprio non vado avanti, e continuo a perdere posizioni. Mi sorpassano moltissimi corridori, tanti di essi li conosco e mi incitano, chiedendomi cosa è successo... ma proprio non ne ho. Però voglio finire la gara. Passo abbastanza indenne anche l’ultima salita, diversi tornanti asfaltati, pur perdendo ulteriori posizioni. Nel tratto pianeggiante sono davvero cotto, non riesco neanche a mettere il 44 mentre mi sfrecciano via tutti gli altri a doppia velocità. Ho fame... spero che da dietro sopraggiungano i miei compagni di squadra per elemosinare una barretta, ma non si fa vivo nessuno. Su di uno strappetto insignificante mi fermo, non ce la faccio. Prendo dalla tasca ancora gli zuccheri... anche se ormai è tardi, e comincio a sognare le prelibatezze del ristoro finale. Mi trascino al traguardo, sarò 102°.... quindi da un rapido calcolo tra Bizzarone ed il traguardo ho perso 70-75 posizioni. Incredibile! Non che pretendessi chissà cosa, ma ancora una volta taglio il traguardo pesantemente amareggiato. Ho una fame incredibile, al ristoro mangio forse una decina di fette biscottate alla nutella, altre alla marmellata e una dozzina di fette di anguria. Per non parlare di tutto ciò che ho bevuto... Al pasta party divoro il piatto di pasta, dopo di che si dà inizio alla grigliata con tutta la squadra, ed amici. Oltre a quello già mangiato, finisco altri due piatti di pasta e diverse costine e salamini... nonchè due birre medie. Oh, ora mi sento meglio!
Settimana prossima, se tutto va bene, farò una domenica di pausa... riposandomi al mare.
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