Domenica mattina campionato italiano marathon, a Odolo. Non ho fatto quello cross country, ed avendo “la gamba” del Tour de France, ho deciso di parteciparvi più che altro per curiosità. A livello di gambe le ultime tappe del Tour, dove andavo benissimo, sembrano lontane… ma la fatica non è ancora stata recuperata. In settimana ho cercato di fare qualcosa tutti i giorni, anzi vi dico anche cosa ho fatto:
- Lunedì: 1h30’ in agilità in pianura (strada)
- Martedì: 1h in agilità in pianura (mtb)
- Mercoledì: 80 km abbondanti per andare a vedere la gara di Arona (strada)
- Giovedì: 1h30’ in agilità in pianura (mtb)
- Venerdì: 1h in agilità in pianura (strada)
- Sabato: 1h20’ in agilità in pianura (mtb)
Tutto questo “non spingere” ha avuto i suoi effetti… nel senso che non ero cotto come domenica scorsa, ma non ancora brillantissimo. Percorso agli antipodi di quelli che preferisco io, poiché proponeva strade larghe, senza alcuna difficoltà, con lunghi strapponi abbastanza duri. Da stradista, insomma… con la bici da ciclocross si faceva senza problemi. In totale, 82 km e più di 2600 metri di dislivello (ma qualcuno parlava di un dislivello reale di più di 2800). Appuntamento a Saronno alle 6.30 con la Martina e suo papà, carichiamo le sue cose sulla mia macchina (spettacolare la mia Toyota… due bici nel bagagliaio SENZA TIRARE GIU’ I SEDILI!!!) e partiamo. Più ci avviciniamo a Bergamo e Brescia, più il cielo si fa scuro… usciamo dall’autostrada ed andiamo verso la statale del Caffaro, facendo il piccolo “passo” che porta a Odolo. Cielo nero… cominciamo a dirci che sicuramente prenderemo l’acqua. Un breve riscaldamento, ed è ora di mettersi in griglia poiché sono già strapiene. Ho un pettorale molto infelice… il 664… e come al solito davanti a me c’è di tutto.
Viene dato il via, e dopo una trentina di secondi effettivamente posso agganciare il piede sui pedali. Dal “via” dello speaker alla mia partenza ho avuto il tempo di scambiare diverse battute con la Micky. Comincio subito a sorpassare, mi riesce abbastanza bene… fortunatamente il percorso è come i primi anni, ossia una volta scesi nel fondovalle si percorre una lunga salita asfaltata… ma invece di girare nel single track in discesa SI PROSEGUE su cementate ripide per diversi km. Sto andando quasi a tutta… mi riservo ben poco, perché è fondamentale in questa fase portarsi avanti il più possibile. Raggiungo e supero Davide, e continuo. In discesa non riesco a mollare bene, poiché avendo rotto il filo del blocco, ho settato la forcella in modo che non si sbloccasse (mi sembrava la scelta migliore… e probabilmente lo è stata). Comunque la posizione non va malissimo… ok sono un po’ indietro ma la gara è molto lunga, nel frattempo esce il sole. Arriva l’ultimo terzo di giro, ho ancora un po’ d’acqua nella borraccia e trovo i ragazzi del mio team per il rifornimento, ma non prendo la borraccia convinto che si mettano anche in qualche altro punto. Grave errore… ho fatto quasi due ore a secco. Nel frattempo prendo gli zuccheri e mi raggiunge Davide, ma mi lascio sfilare perché ho paura di fare un altro giro… non è per nulla semplice il percorso, anche se non vi sono punti tecnici, il problema sono gli strappi durissimi. Perdo una decina di posizioni almeno, ma non mi interessa… preferisco gestirmi così. Anche perché gare di più di 4 ore in vita mia ne ho fatte forse un paio… e di allenamenti così lunghi non ne faccio da chissà quanto.
L’acqua nella borraccia finisce, ad ogni curva spero di vedere qualcuno con le borracce ma non c’è. Ai ristori, quindi, urlo da lontano che mi diano TUTTI i bicchieri. Trovo Matteo, che ha la gomma anteriore sgonfia, ma non ho fast o simili per poterlo aiutare. Prendo ancora gli zuccheri, ora mi trovo in gruppo con David (non Davide). Continuo col mio passo, ma comincio a recuperare qualcuno un po’ più stanco in salita e prendo fiducia. Arrivo ad un ristoro, ho lo stomaco che brontola dalla fame e raccatto al volo una banana, una fetta d’anguria, un bicchiere d’acqua ed uno di sali, e metto tutto in bocca assieme senza smettere di pedalare. Se mi mettevo anche un ombrellino in bocca sembravo esattamente un cocktail alla frutta. Affronto bene le successive salite, ed anche le discese… davanti a me vedo un po’ di gente conosciuta, tra cui anche Davide. In discesa mi porto sotto, prendo ancora gli zuccheri, prendo finalmente una borraccia, e nella successiva salita supero parecchi corridori. Da qui comincia la rimonta, mi stupisco di come tanta gente che di solito mi batte, ora sia più stanca di me… ma è comprensibile, la gara è davvero dura e ci incitiamo a vicenda. Ricordo i rapporti che usavo nel giro precedente… ora sono più duri ma li faccio girare con le stesse rpm. Supero bene il “Bertone”, la salita più impegnativa, e nella successiva discesa mi lancio rischiando molto… anche troppo.
Infatti entro nell’ultima curva senza toccare i freni, ma in terra c’è del brecciolino sopra al cemento… la ruota davanti scappa via, mi si gira il manubrio e finisco in terra strisciando per qualche metro sul gomito destro… ad ogni cm sento i sassolini che mi feriscono (ancora una volta, piccola parentesi, si conferma la teoria che si cade sempre nelle curve verso destra). Rimango in terra qualche decina di secondi, il braccio fa malissimo… aiuto spero di non averlo rotto… Sanguino, oltre che dal braccio, anche da un fianco, dal ginocchio e dalla spalla… che botta… Riprendo con calma la bici… tutti quelli che passano, rallentati da alcuni gentilissimi signori, chiedono “Ti sei fatto male?”… e “Sì” è la mia risposta per tutti. Mi rimetto in sella, e riparto. Dopo cinquanta metri vedo quelli del soccorso che corrono… ma sono già qua?!?!? Li rassicuro, non mi sono fatto (quasi) niente… il rammarico più grosso è che ho dovuto fermare la mia rimonta. Non mi perdo d’animo… via a tutta! Riguadagno TUTTE le posizioni perse… e ancora sorpasso qualcun altro. Sono gli ultimi 7-8 km, dai manca poco… ne ho una marea, che spettacolo!!! Discesina, curva, strappetto…. non me lo ricordavo così duro… “violento” la catena cambiando ed incrociandola in modo innaturale… e SPACK! Si rompe. Cosa faccio? Ritirarsi? GIAMMAI!!! Ripararla? ...e come? Non ho lo smagliacatena… Bene, allora mi metto a correre. Vado via di corsa sui saliscendi, per fortuna almeno in discesa salgo sulla bici… ma sto facendo una fatica immane, ed ovviamente vado ad una velocità irrisoria rispetto agli altri. Mi incitano tutti mentre mi superano, qualcuno cerca anche di darmi una spinta, li ringrazio ma purtroppo non serve a niente… vedo i cartelli -5 km, - 3km… uff… non finisce più!!! L’ultimo km è una salita asfaltata abbastanza agevole, non ce la faccio più neanche a correre… ma anche il pubblico applaude e mi fa il tifo, dai devo resistere! Taglio il traguardo davvero arrabbiato… come da titolo, ne ho sempre una!!! “Una” che mi fa rimandare sempre le buone prestazioni… a non so quando. Appoggio la bici, stanco morto, bevo e mangio parecchio… dopo di che mi faccio medicare in ambulanza, mi cambio… pasta party e via, in macchina. Una disfatta anche per gli altri: Davide è arrivato poco prima di me, Gianluca appena dopo... Gero si è ritirato così come Matteo. Sosta ghiacciolo a Odolo, la Marty si addormenta per una buona oretta, ma a Saronno sosta GELATONE. Scarichiamo la macchina, saluto i miei compagni di viaggio… e torno a casa... mediamente stanco, ma molto deluso dalla mia gara.
A risentirci!
gattonfolo@gmail.com
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